29 giugno 2013

Commodore Amiga 600 (dalla mia collezione)

in scatola originale (alimentatore, mouse, manuali).
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Le seguenti informazioni sono prese da qui.

CPU: Motorola 68000 a 7.09 Mhz (ver. NTSC) o 7.16 MHz (ver. PAL).
Chipset: ECS con Fat Agnus in grado di indirizzare fino a 2 MB di Chip RAM.
Grafica (Fat Agnus),
PAL Low-res: 320x256; progressiva; 32 colori da una palette di 4096;
PAL EHB: 320x256; progressiva; 64 colori non liberamente sceglibili da una palette di 4096;
PAL HAM6: 320x256; progressiva; 4096 colori
PAL Hi-res:640x512; interlacciata; 16 colori da una palette di 4096;
Productivity: 640x480; progressiva; 4 colori da una palette di 64;
Super 72: 800x600; interlacciata; 4 colori da una palette di 64.
Suono (Paula): 4 voci / 2 canali (Stereo), 8 bit, volume a 6 bit, frequenza di campionamento 28 KHz, rapporto segnale/rumore 70 dB
Memoria: 512 KiB di ROM contenente il Kickstart; 1 MiB di Chip RAM espandibile a 2 MiB tramite slot di espansione, ulteriore espansione di 4 MiB di Fast RAM tramite slot PCMCIA per un totale di 6 MiB di RAM.
Memorie di massa rimovibili: Drive per floppy disk da 3.5" DS/DD (fino a 880 KiB formattando con file system Amiga) in grado di leggere e scrivere anche i floppy disk formattati con il file system FAT (fino a 720 KiB) utilizzato dall'MS-DOS.
Memorie di massa fisse: Controller IDE/ATA con supporto a trasferimento PIO-2.
Porte di input/output: Uscita composita per TV; in versione PAL per le macchine vendute in Europa e Australia, NTSC altrove. Porta video RGB analogica (DB23). Porta audio RCA. 2 porte (DB9) per joystick, mouse e altri dispositivi. Porta per la tastiera. Porta seriale RS232. Porta parallela Centronics (DB25). Porta per floppy drive esterno (DB23). Slot PCMCIA a 16 bit.
Software incluso: sistema operativo AmigaOS 2.05 (Kickstart 2.05, Workbench 2.05)


Diretto discendente dell'Amiga 500 e dell'Amiga 500 Plus, l'Amiga 600 è stato presentato nel marzo 1992 al CeBIT (Hannover, Germania) e commercializzato dall'aprile 1992 al 1993 inizialmente con un prezzo di lancio di 802.800 lire (listino italiano)[2] abbassato il 1º ottobre 1992 a 530.000 lire in vista dell'imminente commercializzazione del Commodore Amiga 1200.
L'Amiga 600 fu prodotto per rivitalizzare le vendite della linea "low consumer" (a cui appartenevano l'Amiga 500 e l'Amiga 500 Plus) prima della commercializzazione del più evoluto Amiga 1200, riducendo nel contempo i costi di produzione (grazie all'utilizzo della surface mount technology) in modo da incrementare i profitti. La linea "high consumer" all'epoca era dominata invece dai fratelli maggiori Amiga 3000 e Amiga 3000T.
L'Amiga 600 fu il primo computer Amiga ad essere prodotto nel Regno Unito. La fabbrica era a Irvine, in Scozia. Il primo esemplare prodotto (numero seriale "1") era tenuto dal direttore generale della filiale britannica di Commodore International nel proprio ufficio.

Versioni

Sono state commercializzate due diverse versioni di Amiga 600: una destinata ai Paesi utilizzanti lo standard televisivo PAL, l'altra destinata ai Paesi utilizzanti lo standard televisivo NTSC. Fu commercializzata anche la versione Amiga 600HD che montava di serie un Hard Disk interno.

Descrizione

Come l'Amiga 500 e l'Amiga 500 Plus, anche l'Amiga 600 si presenta in case monoblocco con tastiera e floppy disk drive integrati, ma alimentatore esterno. Unica periferica in dotazione un mouse a due tasti. Il display video, necessario per l'utilizzo dell'Amiga 500, non è compreso.
Sostanzialmente l'Amiga 600 è una reingegnerizzazione in surface mount technology dell'Amiga 500 Plus. È la prima volta che Commodore International utilizza la surface mount technology per l'assemblaggio della scheda madre di un suo computer.
La surface mount technology permette la riduzione degli ingombri e anche (a scapito del tastierino numerico presente nell'Amiga 500 e nell'Amiga 500 Plus) di realizzare il computer in case sensibilmente più compatto: solo 35 cm di larghezza e 24 cm di profondità (per un peso di meno di 3 kg).
Rispetto all'Amiga 500 Plus, l'Amiga 600 in più ha uno slot PCMCIA type II e un'interfaccia IDE a cui è possibile collegare un hard disk da 2,5" alloggiandolo direttamente all'interno del case del computer dove un apposito spazio è stato previsto.

Processore e RAM

L'A600 usava il consueto processore Motorola 68000 a 7,09 MHz (versione dell'Amiga 600 destinata ai Paesi utilizzanti lo standard televisivo PAL) o 7,16 MHz (versione dell'Amiga 600 destinata ai Paesi utilizzanti lo standard televisivo NTSC).
La RAM di serie era 1 MB di Chip RAM, espandibile fino a 2 MB. Ulteriori 4 MB di Fast RAM potevano essere inseriti nello slot PCMCIA; estensioni maggiori richiedevano una modifica alla scheda madre.
Il progetto originale non prevedeva la possibilità di montare un processore più avanzato (il 68000 originale era infatti saldato sulla scheda madre, non inserito in uno zoccolo); tuttavia, comparvero presto espansioni non ufficiali che permettevano di usare un Motorola 68010, 68020 (fino a 25 MHz) o 68030 (fino a 50 MHz). Le stesse espansioni consentivano di aggiungere fino a 32 Mb di Fast RAM.

Grafica e suono

Il chip grafico Fat Agnus gestiva la grafica in vari modi, da 320x200 pixel a 1280x512 pixel. Nella maggior parte dei modi, erano disponibili contemporaneamente 32 colori (in alcuni casi 64, divisi in 32 base e 32 dati dai colori base in tonalità più scura, il cosiddetto modo "halfbrite"), ma lo speciale modo HAM consentiva di usare 4096 colori contemporanei, sebbene con alcune limitazioni e solo a risoluzioni basse. Alla massima risoluzione, erano disponibili solo 4 colori contemporanei.
Le capacità sonore comprendevano 4 canali (2 stereo), con una risoluzione di 8 bit; il sistema audio era anche in grado di effettuare filtraggi, modulazioni ad anello e altri effetti speciali.

Drive, espansioni e connessioni

Di serie l'Amiga 600 montava un drive per floppy disk interno da 3.5" (un secondo drive poteva essere aggiunto esternamente). L'A600 era dotato di due connettori DB9 per joystick, mouse e penne ottiche, una porta seriale RS-232 a 25 pin (usata spesso per i modem) e una porta parallela Centronics (per stampanti).
Erano inoltre presenti uno slot PCMCIA Type II e un'interfaccia IDE a cui poteva essere collegato internamente un hard disk da 2.5" (soluzione costosa ma avanzata per l'epoca).
Un modello con hard disk integrato, l'Amiga 600HD, veniva commercializzato al doppio del prezzo di un Amiga 600. Questo modello aveva una chassis bianco anziché color crema, e veniva presentato come una versione più "seria" e destinata allo studio rispetto all'A600, famoso soprattutto per l'ampia disponibilità di videogiochi. Curiosamente, questa presentazione era davvero accurata: la presenza dell'hard disk, infatti, causava un'occupazione di memoria da parte del sistema operativo un po' più alta del consueto, cosicché alcuni giochi (per esempio, Civilization) che usavano all'estremo le risorse del sistema, non potevano girare sull'A600HD senza un'espansione di RAM.
Altre espansioni comprendevano porte MIDI e campionatori.

Sistema operativo

L'Amiga 600 veniva fornito con AmigaOS 2.05, che comprendeva il Workbench 2.05 e una ROM con il Kickstart 37.299, 37.300 o 37.350 (numeri di versione interni). Le tre versioni venivano tutte identificate come "Kickstart 2.05" nella documentazione.
I primi esemplari di Amiga 600 erano forniti con il Kickstart 37.299 che, sorprendentemente, non supportavano né il controller ATA interno, né l'interfaccia PCMCIA. Rimaneva possibile caricare i driver relativi da un floppy, ma non era possibile effettuare il boot direttamente da dispositivi ATA/IDE o PCMCIA. Il problema venne corretto successivamente con il Kickstart 37.300, che permetteva il boot da ATA/IDE e PCMCIA, ma a causa di un bug supportava solo hard disk di dimensione massima di 40 Mb (con dimensioni superiori si potevano verificare malfunzionamentidi vario tipo). La versione 37.350 aggiunse il supporto per hard disk fino a 4 Gb.
Successivamente venne reso disponibile il Workbench 2.1, che supportava la localizzazione del sistema operativo in varie lingue (fra cui l'Italiano) e offriva un driver chiamato CrossDOS che consentiva di leggere e scrivere floppy formattati in FAT (il formato standard dei dischi in MS-DOS). Il Workbench 2.1 era solo un aggiornamento software, che usava ancora le ROM del Kickstart 2.0x. Non è mai esistito un Kickstart 2.1.

Altro

Nel corso della sua vita, l'A600 venne venduto in diversi "pacchetti" commerciali, che includevano anche giochi e altri programmi. Fra questi citiamo i giochi Lemmings, Captain Planet & the Planeteers e Bart Simpson vs. the Space Mutants, nonché Deluxe Paint 3, della Electronic Arts, un pacchetto di grafica estremamente sofisticato per l'epoca. Altri pacchetti successivi includevano anche Formula One Grand Prix, Pushover, Putty, Zool e Pinball Dreams.

15 giugno 2013

CBS ColecoVision (dalla mia collezione)

...2 joypad, alimentatore originale e 10 giochi.

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Le informazioni seguenti sono prese da qui:

Produttore: Coleco
CPU: NEC D780C-1, 8 bit, clone dello Zilog Z80A, operante alla frequenza di 3,58 MHz
processore video: Texas Instruments TMS9928A
risoluzione di 256×192 pixel, 32 sprite, 16 colori
processore audio: Texas Instruments SN76489A, 3 voci, 1 generatore di rumore bianco
VRAM: 16 KB
RAM: 1 KB
ROM: 8 KB
Supporto: cartucce ROM da 8/16/24/32 KB
Supporto di memorizzazione: Cartucce
Dispositivi di controllo: joystick con tastierino numerico
Unità vendute: 6 milioni
In vendita: 1982 - Dismissione: 1984
Predecessore: Telstar Arcade (1978)

Il ColecoVision è una console giochi di seconda generazione prodotta da Coleco e commercializzata negli Stati Uniti d'America a partire dal mese di agosto del 1982, distribuita in Europa da CBS come CBS ColecoVision.
Allegato alla console c'era un adattamento del videogioco arcade Donkey Kong, che contribuì al successo iniziale del ColecoVision. Il maggior antagonista della console fu l'Atari 5200 che, nonostante fosse tecnicamente superiore al ColecoVision, riscosse un minor successo commerciale; anche il Mattel Intellivision non riuscì a far registrare i record di vendita del ColecoVision.

Storia
La società Coleco era stata fondata nel 1932 e produceva scarpe e borse di pelle. Nel giro di qualche decennio iniziò a produrre piscine per esterni e oggetti ricreativi e sportivi, divenendo leader del mercato. Nel 1968 acquistò la Eagle Toys, che produceva flipper e giochi elettromeccanici. Successivamente Coleco decise di inserirsi nel mercato dei videogiochi con il Telstar, venduto a 50 dollari: grazie al prezzo ed alla rete di distribuzione divenne uno dei concorrenti della console Atari 2600.
Nel 1982 Coleco presentò l'erede del Telstar, una console con caratteristiche tecniche tali da poter riprodurre con fedeltà la qualità dei giochi arcade dell'epoca. Il ColecoVision fu lanciato con abbinata la conversione di Donkey Kong e 12 giochi già disponibili mentre altri 10 furono disponibili entro la fine dell'anno.
In tutto, furono realizzati circa 145 giochi differenti, distribuiti su cartuccia, la maggior parte dei quali erano conversioni di famosi giochi da bar quali Zaxxon, Donkey Kong Junior, Carnival, Lady Bug, Mouse Trap, Smurf: Rescue in Gargamel's Castle e Spy Hunter, il titolo meglio convertito.
Dal lancio alla fine del 1982 furono vendute circa 550.000 console, grazie anche a Donkey Kong, il gioco abbinato alla console.
Agli inizi del 1983 le vendite superarono 1 milione di unità, ma poi arrivò la crisi dei videogiochi del 1983 e, fino al primo trimestre 1984, il ColecoVision fece registrare solo un altro milione di console vendute. A metà del 1984 Coleco decise di chiudere il suo reparto dei videogiochi, ritirandosi definitivamente dal quel mercato alla fine dell'estate del 1985.
Nel 1986 Bit Corporation produsse un clone del ColecoVision chiamato Dina, venduto anche negli Stati Uniti d'America da Telegames come Telegames Personal Arcade.
River West Brands detiene attualmente i diritti sul marchio ColecoVision.

Hardware
La console era costituita da un contenitore rettangolare di plastica di dimensioni 35×20*5,5 cm in cui era alloggiata la scheda elettronica: sul lato posteriore erano presenti i connettori dell'alimentazione e l'uscita per collegare la console ad un televisore, sulla parte superiore era presente la fessura entro cui introdurre le cartucce dei giochi mentre a sinistra venivano alloggiati i gamepad. Questi ultimi erano simili ai controller del Mattel Intellivision: erano di forma rettangolare, con un tastierino numerico e dei pulsanti. Al posto del controllo circolare presente sull'Intellivision, il controller del ColecoVision aveva un piccolo joystick. Sul tastierino numerico poteva essere montata una piccola maschera in plastica per mappare i tasti in particolari giochi. Ogni console veniva venduta con 2 controller.
Tutte le cartucce giochi prodotte da Coleco e molte di quelle prodotte da altre società presentavano una pausa di 12 secondi prima dell'avvio del gioco: questa pausa era stata inserita intenzionalmente nel BIOS della console e serviva soltanto a visualizzare il nome ColecoVision. Alcuni produttori di giochi, quali Parker Brothers, Activision e Micro Fun rilasciarono dei titoli che saltavano questa pausa, inserendo le porzioni del BIOS che servivano all'interno delle loro cartucce.
Il ColecoVision era basato sulla stessa CPU e sullo stesso processore video della console Sega SG-1000 e dei computer MSX, anche se questi ultimi adottavano un diverso chip sonoro, l'AY-3-8910. La console Sega Master System adottava la stessa CPU e lo stesso chip sonoro del ColecoVision, ma un processore video leggermente diverso, il TMS9918. Per questo motivo non fu difficile adattare un gioco da un sistema all'altro e furono presentati emulatori che permettevano di far girare i giochi ColecoVision sugli MSX.

Moduli di espansione e accessori
Coleco mise in commercio una serie di moduli di espansione per il ColecoVision collegabili tramite la porta Expansion Module Interface presente sulla parte frontale della console.
Commercializzati
Expansion Module #1: questo modulo rendeva il ColecoVision compatibile con l'Atari 2600, permettendo di usare le cartucce giochi prodotte per questa console. Atari cercò di fermare la commercializzazione del modulo senza riuscirci, perché la sua console 2600 poteva essere riprodotta in tutti i suoi componenti. La stessa Coleco mise in commercio un clone della console di Atari denominato Coleco Gemini.
Expansion Module #2: questo accessorio era un volante con il pedale dell'acceleratore che era venduto in abbinamento ad un'adattamento del gioco arcade Turbo. Il pedale del gas era un semplice interruttore aperto/chiuso per cui molti giochi usavano il secondo controller come leva del cambio per un controllo più preciso della velocità. Da notare che nonostante Coleco chiamasse questa periferica "Expansion Module" essa si collegava alla console tramite una delle porte di connessione dei gamepad e non dall'apposita porta di espansione.
Expansion Module #3: esso convertiva la console nel computer Adam prodotto sempre da Coleco. Il modulo conteneva una tastiera, una piccola stampante e 2 lettori di cassette a nastro.
Roller Controller era una trackball che veniva offerta con una cartuccia del gioco Slither, un clone di Centipede. Questo controller usava uno speciale connettore di alimentazione che era incompatibile con il modulo Expansion Module #3 (il computer Adam). Per rimediare a questo, Coleco spedì un adattatore a tutti i possessori di entrambi i moduli. Il Roller Controller era compatibile anche con i giochi Victory, Omega Race e Wargames.
Super Action Controller Set era un pacchetto comprendente 2 particolari joystick ed il gioco Super Action Baseball. Ogni joystick aveva 4 pulsanti, un tastierino a 12 tasti, ed uno "speed roller". I controller Super Action erano compatibili anche con i giochi Super Action Football, Rocky Super Action Boxing ed una conversione del gioco Front Line.

Non commercializzati
Super Game Module (SGM) avrebbe dovuto permettere l'esecuzione di "super giochi" all'Exatron Stringy Floppy, uno speciale lettore a nastro. Nonostante la campagna pubblicitaria condotta da Coleco e la presentazione di un prototipo del modulo fatta al "New York Toy Show" del 1983, questo modulo non fu mai prodotto: sembra che il motivo della cancellazione dell'SGM sia da ascrivere a dei problemi di lettura dei nastri, che fecero riprogettare il dispositivo basandolo su un lettore SelectaVision prodotto da RCA. L'SGM fu poi riprogettato e venduto come Expansion Module #3 (il computer Adam).